SanLuca: Galileo

"FRITTO MISTO IN SALSA DI POESIA"

Con occhio sbarrato, vivo in quest’arte non unica, ma lo sguardo sfocato, ai tanti la rende forse illogica. quindi, prima di adagiarmi sul fondo, estraggo pepite di solletico, dal disgustoso e decadente mondo, del dover esser pratico. quella che vi offro è una raccolta di immagini rubate al tempo e fritte, giacchè fritta è buona anche una scarpa, ecco così servito questo “ fritto misto in salsa di poesia “, un fugace pasto per chi come me, zingaro e sognatore, s’addentra troppo spesso nella melmosa palude dell’arte, quasi sempre smarrendo la via del ritorno. seppur generoso porgo il bizzarro pasto, voglio comunque avvertire sia l’affamato errante, sia il curioso passante, attento! l’incomprensibile emana soltanto un fastidioso odore a narici sensibili ed allergiche ai microbi.

INAPPELLABILE

STRINGO NEL PUGNO IL MIO TESTAMENTO,
IO SONO IL FIGLIO DI UN CONDANNATO
DA CUI UN UMIDA CELLA HO EREDITATO.
COSTRETTO A IMMAGINAR TRA LUCE ED OMBRA,
A VIVER DI CARTACCE E ODORI FORTI,
A NON FAR CREDER MAI D’ESSER GIÀ MORTI.
OGNI TRAMONTO MI ACCOMPAGNA ALL’ALBA,
E DELLE UNICHE SOSTE DI PIACERE,
NON RESTANO CHE CENERI IN UN BRACIERE.
IL MIO PENSAR MI STACCA DA TERRA,
E COME UNA LUCCIOLA DURANTE IL SUO VOLO,
ANCH’IO MI FACCIO LUCE DA SOLO.
MA MI RITROVO INTRAPPOLATO SOTTO UN BICCHIERE,
CHISSÀ SE DOMATTINA,
AVRÒ ALMENO FRUTTATO UNA MONETINA?

domenica 16 novembre 2008

Galileo

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