Mia madre, una santa, mio padre, disperso in Russia, la lasciò sola con otto bambini, io e i miei sette fratelli. Io ero il più grande e chiaramente avevo l’incarico di portare a casa da mangiare. Me ne inventavo di tutti i colori pur di racimolare qualcosa. Facevo lavori d’ogni genere, e quando non c’era da fare niente, m’ingegnavo a suonare il violino nei mercatini o in qualche matrimonio. Una volta suonai in una piazza di spilorci, e a fine giornata, sul cestino, trovai pochi spicci ed un fagiolo.
Presi in mano quel fagiolo e pensai – Uno solo non può servirmi neanche per il Tobolone d’agosto -, ma in quel preciso istante sentii il fagiolo che mi disse – Non gettarmi, anch’io sono un disperato come te! – Che brutto effetto fa la fame – pensai, ma lui subito – Non stai sognando, io sono il fagiolo che cade a fagiolo, sarò la fortuna della tua vita, tienimi con te e vedrai! – Così feci, lo portai sempre con me, di fortuna non ne conobbi, ma almeno, ogni tanto conversavo con lui del più e del meno, beh, un certo disagio me lo creava, tanto che in paese girava la voce che ero matto, ma a me no interessava affatto perche col mio fagiolo parlavo come con un grande amico.
Poi un giorno mia madre si ammalò, ed il dottore disse che era un brutto male e non c’era cura. Io piansi molto e cercai la voce del mio amico fagiolo per consolarmi. Lui disse subito – Bene, è molto che aspetto il momento giusto per donarti quella fortuna che ti avevo promesso, io salverò tua madre! – io ancora singhiozzante lo guardai confuso, e lui continuò – Mettimi a cuocere in un po’ d’acqua, poi fammi mangiare da tua madre, io le darò la forza che le manca! – Ma non ti rivedrò più! – ma lui con un sorrisetto – Non preoccuparti, pensa al bene di tua madre. – Feci tutto ciò che mi aveva detto , mia madre mangiò il fagiolo guardandomi con l’occhio compassionevole, come ad assecondare la mia presunta pazzia. Ma pochi minuti dopo mia madre ebbe una fortissima fitta alla pancia, si alzò dal letto dolorante, cercando la mia spalla come appoggio per raggiungere il bagno, ma quando fummo davanti alla finestra non riuscì a trattenersi e fece un coreggione talmente forte che tutti nel vicolo ritirarono i panni pensando che arrivasse un temporale. Io sentii per un attimo mancarmi il respiro, poi vidi una nuvoletta nera dileguarsi dalla finestra e scomparire in alto nel cielo.
Da quel giorno mia madre non stette più male. Lei morì di vecchiaia ed i legumi divennero il nostro pasto preferito. Ricordo che io ed i miei fratelli, poi, facevamo sempre a gara a chi … beh ma questa è tutta un’altra storia.
Poi un giorno mia madre si ammalò, ed il dottore disse che era un brutto male e non c’era cura. Io piansi molto e cercai la voce del mio amico fagiolo per consolarmi. Lui disse subito – Bene, è molto che aspetto il momento giusto per donarti quella fortuna che ti avevo promesso, io salverò tua madre! – io ancora singhiozzante lo guardai confuso, e lui continuò – Mettimi a cuocere in un po’ d’acqua, poi fammi mangiare da tua madre, io le darò la forza che le manca! – Ma non ti rivedrò più! – ma lui con un sorrisetto – Non preoccuparti, pensa al bene di tua madre. – Feci tutto ciò che mi aveva detto , mia madre mangiò il fagiolo guardandomi con l’occhio compassionevole, come ad assecondare la mia presunta pazzia. Ma pochi minuti dopo mia madre ebbe una fortissima fitta alla pancia, si alzò dal letto dolorante, cercando la mia spalla come appoggio per raggiungere il bagno, ma quando fummo davanti alla finestra non riuscì a trattenersi e fece un coreggione talmente forte che tutti nel vicolo ritirarono i panni pensando che arrivasse un temporale. Io sentii per un attimo mancarmi il respiro, poi vidi una nuvoletta nera dileguarsi dalla finestra e scomparire in alto nel cielo.
Da quel giorno mia madre non stette più male. Lei morì di vecchiaia ed i legumi divennero il nostro pasto preferito. Ricordo che io ed i miei fratelli, poi, facevamo sempre a gara a chi … beh ma questa è tutta un’altra storia.